Geomineraria
Nel Pliocene l’area dei Monti della Tolfa è stata interessata da un’intensa attività vulcanica. Questa attività ha avuto inizio con la messa in posa di potenti coltri ignimbritiche, prodotte da nubi ardenti, che hanno ricoperto i preesistenti terreni sedimentari di età miocenica e pliocenico. In una fase successiva vi sono state estrusioni laviche a forma di domi e dossi che costituiscono oggi dei rilievi caratteristici con pendii ripidi, emergenti dal paesaggio circostante con aspetto tipicamente cupoliforme. Al termine dell’attività vulcanica vera e propria è seguita un’intensa fase idrotermale che ha profondamente alterato sia le vulcaniti che le rocce sedimentarie sottostanti, a questa fase idrotermale sono imputabili le mineralizzazioni presenti sui monti. Le principali mineralizzazioni di interesse economico sono l’alunite, alcuni minerali di ferro, di piombo, di rame e il cinabro. Presenti anche la selce, utilizzata per la produzione di strumenti litici, cristalli di quarzo, noduli di calcedonio, filoni di opali, utilizzati per la produzione di strumenti litici, paste vitree e in gioielleria. Inoltre sono presenti il calcare, utilizzato per le costruzioni, le argille plastiche, per la produzione della ceramica e il caolino bianco e le ocre impiegati in pitture e cosmesi.
La sala mineralogica espone minerali del territorio , suddivisi in minerali utilizzati dall’uomo e minerali non utilizzati. Particolare evidenza è data all’esposizione dei minerali sfruttati dall’uomo, al ruolo svolto nell’economia locale attraverso i tempi.