La scoperta dell’allume
La scoperta del minerale di alunite sui Monti della Tolfa, avvenuta intorno alla metà del’400, è da considerarsi il principale evento che ha condizionato in modo determinante i successivi sviluppi del territorio dal punto di vista storico, sociale e culturale, rendendolo
unico e peculiare.Tracce di questa antica attività mineraria sono ancora visibili all’interno della faggeta, dove si conservano una delle più antiche cave a cielo aperto e una cava in galleria. L’Allume fu uno dei prodotti più importanti nel commercio medievale: prima che si scoprissero le miniere di alumite sui Monti della Tolfa, esso veniva importato dai paesi orientali. Il merito dell’eccezionale scoperta spetta a Giovanni da Castro, industriale e
commerciante italiano vissuto per lungo tempo a Costantinopoli, dove si arricchì esercitando l’attività di tintore di stoffe. Nato a Padova, ma originario di Castro presso Corneto, Giovanni conosceva bene le terre dell’Antica Etruria. La leggenda vuole che il giovane, fuggito dalla Turchia in seguito alla caduta dell’impero bizantino (1453), passeggiando nelle campagne dei Monti della Tolfa, scorse paesaggi di natura analoga alle terre orientali; in particolare, la notevole presenza della pianta dell’agrifoglio avvalorò il proposito di effettuare dei saggi in quella zona.
Nominato dal papa Pio II Piccolomini Commissario Generale delle Rendite della Camerale Apostolica e delle terre del Patrimonio di San Pietro, il da Castro ebbe modo di rinvenire sull’area del comprensorio ben sette monti ricchi di alunite.
Lo sfruttamento e la lavorazione del minerale seguì sin dall’inizio un ritmo intenso. Il primo contratto per l’appalto delle miniere venne firmato da Giovanni da Castro in data 1° Novembre 1462 e dal quel momento in poi la Santa Sede si affidò, per l’estrazione del
minerale, al sistema degli appalti.
Tra i più famosi appaltatori vanno ricordati i Medici, i Pazzi e soprattutto Agostino Chigi il Magnifico. Noto banchiere senese, appaltò le miniere della Tolfa dal 1501 al 1520, risollevando in poco tempo le sorti dell’industria estrattiva di questi luoghi attraverso una
politica volta a migliorare la produzione e la qualità del prodotto, aprendosi nuovi mercati e vie commerciali per la vendita del minerale. Precursore di un’imprenditoria moderna, il Chigi diede impulso alla nascita del nuovo centro di Allumiere e, durante la sua
gestione, favorì la realizzazione di una serie di opere edilizie al fine di migliorare la qualità della vita. Anche il vicino borgo di Tolfa Vecchia beneficiò di questo splendore economico e registrò un notevole incremento demografico. In pochi anni il nuovo impianto urbanistico mutò considerevolmente la fisionomia dell’antico feudo dei Frangipane. Su direttrici parallele, vennero costruite dai benestanti signori dell’industria “le vie delle lumiere” e, nel borgo sottostante il monte, dimore dall’elegante linea rinascimentale e barocca, che conferirono alla graziosa cittadina ricchezza e lustro.
L’industria dell’allume portò un notevole benessere non solo ai centri collinari, ma anche alle zone circostanti. Il ‘500, secolo delle grandi commissioni, vide infatti la rinascita del porto di Civitavecchia, che richiamò all’opera, per volontà dei Papi, architetti ed ingegneri di grande fama, i quali si succedettero nella costruzione e nell’ampliamento del porto e della città.
L’attività estrattiva proseguì con ritmi intensi sino alla metà del XVII secolo; a partire dal quale una serie di cause, quali la forte arretratezza delle tecniche di lavorazione, la concorrenza dovuta alla apertura di nuove miniere europee, il graduale esaurimento di
alcuni filoni alluminiferi, determinarono un andamento della produzione sempre più oscillante, a cui seguì un inevitabile declino.
Anche se oggi è preferito quello sintetico, l’allume costituiva il prodotto di base per molte lavorazioni industriali.
In particolare veniva impiegato nell’industria tessile per le sue qualità di mordente che permetteva il fissaggio delle tinture e dei colori sulle stoffe.
Oltre che nell’industria tessile veniva utilizzato nell’industria del vetro, nella concia delle pelli, nell’industria delle zucchero e della carta, nella lavorazione della lana, per la conservazione del pesce, nonché nel campo farmaceutico come emostatico ed astringente.